Sono ripassato da lì, la stessa via, lo stesso portone, tutto vuoto come due anni fa, solo che allora il vuoto era nella testa. Pensieri ricordi speranze, tutto spazzato via, e c’era gente tutto intorno, ma non capiva.. Adesso non passa davvero nessuno ed è un vuoto che va oltre il mio povero cervello, un pugnale piantato nel cuore della città. Sono ripassato da lì, e ho messo in fila il dopo. Glicemia sballata, paura di quella parola che arriva sempre inaspettata, e buchi neri e memoria - la mia spudorata memoria - che andava a puttane, e sudore gelato, odore d’ospedale, voci diverse anime incontrate per strada, istantanee da condividere. E adesso quella strada è deserta. Sento i piccioni litigare, una radio che diffonde le solite notizie allarmanti da dietro una finestra, sotto il portico, sento che se mi inchiodassi qui adesso, come feci allora, resterei solo ad ascoltare il vento senza più capirlo. E non c’ un cazzo di nessuno,...