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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Il futuro che indietreggia di fronte a noi

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E mentre sedevo là a riflettere sul vecchio mondo sconosciuto, pensai alla meraviglia di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde sul molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per arrivare a questo prato azzurro, e il suo sogno gli doveva essere sembrato così vicino da non potergli più sfuggire. Non sapeva che l'aveva già alle spalle, da qualche parte nella vasta oscurità oltre la città, dove i campi bui della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, al futuro sfrenato che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una mattina, all'improvviso... Così remiamo, barche controcorrente, sospinti ancora senza sosta nel passato. (Francis Scott Fitzgerald - "Il grande Gatsby")  

Un gran bel film

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“Se ti dico che sono nato negli anni Sessanta, precisamente nel millenovecentosessanta?”. Si ascoltò, mentre pronunciava quelle parole. Il solito timbro profondo, quello che dovrebbe trasmettere un senso di distratta saggezza. Di solito, funzionava. Lo faceva sembrare piuttosto orgoglioso di quell’età, del suo passato e di tutto quello che aveva visto, conquistato, inseguito e rubato lungo il cammino. Sogni svaniti, amori usati e ribaltati, certezze andate a puttane e tutto quanto. Gran bel viaggio, accidenti. Lui lo sapeva che non era andata esattamente così. E quell’orgoglio era un bluff, gli serviva per giustificare tutte quelle strade sbagliate. La voce, poi. Da un po’ di tempo gli suonava più incerta. Il roccioso ragazzo dei favolosi Sixties. Balle. Il tempo gli correva via sempre più veloce, ecco come stavano le cose. E quanto avrebbe dato, accidenti, per essere alla pari, vent’anni di meno sulla schiena e chissenefrega di tutta quella esperienza, buona per collezio...