Che ci faccio con tutti questi libri? Mi circondano. Mi pesano. Improvvisamente, non li sento più fratelli. A cosa sono serviti, poi? Ne ho letti troppi, troppo voracemente? Che ci faccio con Jack, Henry, John, Ray, Georges, Luciano, Pierpaolo, Dino, Boris, Thom, Joe, Ernest, Francis, Fedor, Guido, Lawrence, Allen, James, loro e tutti gli altri, tutti qui a ballarmi intorno in questa notte che è sempre più lunga? Fantasmi. Pronti per essere dimenticati. Lo so, cosa è mancato. La sfacciataggine, la costanza, la capacità di tafanare il prossimo. Sia maledetta questa paura di disturbare, di sgomitare, di sporcare il tempo degli altri. Se si chiama educazione, voi due lassù, ascoltatemi, potevate darmene un po’ meno. Se si chiama garbo, beh, affanculo. Mi lascia con questa sensazione di essermi speso tanto e male, di avere quasi tutto alle spalle. E che non ci sarà un’altra storia, e che non si ritorna al via. Mi si è aperta questa voragine sotto, e ancora mi fa r...