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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Ciao Enzo, e grazie

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IL MONUMENTO Il nemico non è, no non è oltre la tua frontiera; il nemico non è, no non è oltre la tua trincea; il nemico è qui tra noi, mangia come noi, parla come noi, dorme come noi, pensa come noi ma è diverso da noi. Il nemico è chi sfrutta il lavoro e la vita del suo fratello; il nemico è chi ruba il pane il pane e la fatica del suo compagno; il nemico è colui che vuole il monumento per le vittime da lui volute e ruba il pane per fare altri cannoni e non fa le scuole e non fa gli ospedali per pagare i generali, quei generali quei generali per un'altra guerra... Enzo Jannacci

"LISOLA", un film racconta una storia degli anni Settanta

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Lo ha girato Matteo Parisini: parla della nota comunità nella quale è nato e cresciuto L’autofinanziamento attraverso “Produzioni dal Basso”. “A fine aprile saremo pronti” di Marco Tarozzi Gli ideali dei padri raccontati dai figli. Se qualcuno pensava che quella casa in mezzo all’Appennino fosse stata soltanto una splendida utopia, e considerava la fine di quell’avventura come la sconfitta di un gruppo di sognatori, è proprio nell’amore di questi ragazzi ormai cresciuti, nella cura con cui hanno saputo rispolverare la memoria, che troviamo la risposta: loro hanno capito, hanno imparato, hanno fatto tesoro di tutta quella creatività. E ne hanno ricavato una storia piena di umanità, raccontando tanto delle pulsioni giovanili degli anni Settanta. La storia è quella di una “comune” nata a Sasso Marconi proprio in quel periodo. A raccontarla in un lungometraggio che porta semplicemente il nome di quel luogo, “Lisola” è un gruppo di ragazzi che ci sono nati e cresciuti. L’idea è venu...

Colpe

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“La vita è responsabilità. E invece stiamo facendo appassire la nostra vita, il nostro futuro nell’eterna assoluzione di noi stessi. La colpa è sempre degli altri: di chi è al governo o al municipio, della dottoressa dell’Asl, del vigile urbano. La colpa è del geometra. Siamo poveri per colpa degli altri, stiamo male per colpa degli altri. Colpa loro: la scelta più agevole per un ignavo. L’indice puntato. Sono gesti che si ripetono davanti ai miei occhi e parole che risuonano come fosse un sottofondo musicale. E invece è sempre mia la responsabilità”. (Ascanio Celestini)

Ballando sul Titanic

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Andavamo in piazza pensando di cambiare il mondo. Convinti che saremmo riusciti a colorarlo con la forza delle nostre idee, della nostra gioventù. Eravamo creativi. Facevamo anche un’enormità di cazzate, ma in mezzo nasceva davvero qualche fiore. Ci hanno dato degli illusi. E va bene, ci sta. Lo siamo stati, forse. Ma ci hanno aiutato a spegnerle, le illusioni, accendendo milioni di televisori e raccontandoci sempre la stessa storia. Ci hanno lobotomizzati. Quasi tutti. Qualcuno ha ancora pensieri da spendere, e spesso sono ancora vent’anni avanti. Ma ci si sente soli, a pensare. Ci si sente male. Andavamo in piazza pensando di cambiare il mondo. Adesso su quella piazza ci organizzano l’ennesimo Harlem Shake. L’orchestra suona. Balliamo. 11 marzo 1977 – 11 marzo 2013