L'assegno in fondo alla volata
Domani a Modena si corre la Corrida di San Geminiano, nel giorno del patrono. Una classica. E anche una delle cinque-gare-cinque che mi sono rimaste in testa dal primo all’ultimo metro. Le più belle della mia antica vita di atleta, per un motivo o per l’altro. Era il 1980, stavo lì ad aspettare il via appena dietro Venanzio Ortis, uno dei miei miti di allora. Avevo vent’anni, accidenti. Vivevo da solo, nella casa di via Maifredi alla cinta di Massarenti, due passi da via Rimesse. L’affitto lo pagava mio padre, forse mi voleva libero come aveva sempre sognato di essere lui; il resto me lo procuravo con i primi lavori e un po’ di ripetizioni di italiano e storia. Non ho mai corso per i soldi, ma quella era una classica nazionale e quando mi dissero che premiavano con un rimborso spese i primi trenta, beh, ci feci un pensiero. Ma un attimo, il tempo di sentire lo sparo del via. Venanzio andò via subito, e lo sapevamo. Era destino che andasse a vincere. Ma io ricordo la più lu...