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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

In memoria

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La cosa buffa è che era andato lì per leggere poche parole scritte sul muro di quella casa alla fine della scalinata. Gli avevano detto che erano parole d’amore e lui non le aveva mai lette Non   sapeva neppure che qualcuno nella sua città avesse scritto così bene d’amore da meritare una targa commemorativa. E non bisognerebbe ridere quando la vita diventa tragedia, ma insomma è strano, è incredibile a pensarci, che lo abbiano trovato lì accasciato sugli ultimi scalini - dicono gliene mancassero soltanto tre - Come se il cuore avesse preso ad agitarsi sempre più man mano che si avvicinava a quelle parole come se si aspettasse qualcosa di definitivo. E insomma, infarto miocardico diceva il referto, e amen, se fosse passato qualcuno a prenderlo in tempo, chissà. Poi la storia è piaciuta tanto che a quelle parole ne hanno aggiunte altre - proprio accanto - che parlavano di lui. Dell’innamorato che saliva le scale per scoprire un...

Quindici minuti, tre anni fa

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Qui è dove sono morto una volta. Giusto tre anni fa. Via Remorsella a zigzag, in bicicletta fino all’angolo con San Petronio Vecchio. Mio figlio che gridava pà, sembri uno che sta imparando ad andarci oggi. Invece era altro: cervello scollegato, e il resto del corpo che andava per i cazzi suoi. Proprio lì, dove c’è la rete arancione dei lavori, cominciai a inquadrare l’ambulanza, mentre iniziavo a tornare dalla parte della vita. Erano passati circa quindici minuti, e io non li ho mai più ritrovati. Rimossi, cancellati. Nella notte del Ps, prima controllarono la testa, che in verità non è mai stata completamente in quadro, ma per loro andava bene. Poi frugarono, fino a trovare il corto circuito nel sistema endocrino. Da lì, un anno di montagne russe: la dieta apparentemente risolutiva, la guarigione annunciata troppo in fretta, le ricadute nell’autunno successivo, nessuna così pesante come quella di via San Petronio Vecchio, niente pezzi di vita dimenticati, ma sensi di vuot...

Mezzo secolo...

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Sono cinquant’anni che Ti Jean se ne è andato. La sua fuga dal mondo terminò il 21 ottobre 1969. Aveva rincorso la vita, prima di lasciarla scivolare via. Ancora oggi è più vivo di tanti che scrivono, parlano, dibattono, si agitano dentro la loro vuota quotidianità Così, io continuo a ringraziarti, Jean-Louis "Jack" Kerouac

Maschere

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Lei aveva la pelle blu, e così lui. Lui continuò a nasconderla, e così fece lei. Cercarono il blu per tutta la vita, poi si passarono vicini e non lo seppero mai. (Shel Silverstein)

Riposare l'anima

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"Voglio sposare una ragazza" dissi loro "in modo da poter riposare la mia anima insieme con lei finché entrambi non diventeremo vecchi. Non si può andare avanti continuamente... tutta questa frenesia e questo saltar qua e là. Dobbiamo arrivare in qualche punto, trovare qualcosa" Jack Kerouac , “On the Road” Nell’illustrazione, “Mate” di Nigel Van Wieck