Oltre il faro

 


“Lo sapevo che ti avrei trovato qui. In paese ti stanno cercando tutti, lo sai?”
“Che cercano a fare? Non servo più a molto…”
“Ma non sai quanta gente si sta preoccupando per te”
“Motivo? Sono qui, dove dovrei sempre essere. Davanti al mare”
“E il problema qual è?”
“Nessun problema. Ascolto il mare e il vento”
“Bella occupazione. Ma hai mille altre cose da fare”
“Le avevo. C’è un tempo per ogni cosa. E il mio tempo sta scadendo”
“Balle. Devi solo inventarti un nuovo approdo. Se sai dove vuoi arrivare, trovi la forza di ripartire”
“Non ho approdi. Ho visto tutto. Ho provato tutto il bene e tutto il male. Sulla mia pelle”.
“E allora, cosa vuoi fare? Credi sia una passeggiata, stare al mondo?”
“Che vuoi dire?”
“Che è molto più difficile che dargliela su”
“Chi ti dice che io voglia farlo? Sei preoccupato per me?”
“Se ti lasci morire, hai perso la partita”
“Non credo di poterlo fare. Non credo di avere quel tipo di forza”
“Ti sembra un gesto di coraggio?”
“Non lo so. Io non giudico mai”
“Morire è una gran fatica, credimi”
“Lo so. Avrei vergogna, pensando a chi resta. Ma ci sono altri modi”
“Non ci sono altri modi per affrettare la morte”
“Forse no… Ma si può sempre evitare di sostenere la vita”
“Niente più emozioni?”
“Ecco, vedi che capisci? Se te le portano via tutte, se te le cancellano, tutto perde colore. E non hai bisogno di cercare vie di fuga”
“Le aspetti?”
“Sono loro che vengono a cercarti”

(mt)


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