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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Tredici anni fa

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Mio figlio si è preoccupato. Come sempre, si arrabbia quando gli dico che non è niente. Dice che mi ha sentita strana, con la voce impastata. Che sembrava avessi bevuto, ma figurarsi, qui non c’è niente da bere. Qui non c’è proprio niente, perché non vado neanche più a fare il solito giro del rione. Del resto, cosa è rimasto? Il bar all'angolo, mai entrata. L'edicola, il tabaccaio, ma non le fumo più quelle Nazionali senza filtro, pacchetto verde, che mi dicevano fossero peggio delle americane, ma io mi ci sono abituata da ragazza, e alla fine erano diventate la mia unica fuga verso la libertà. Non ho mica smesso per la salute, o per ascoltare i consigli. Disgusto, ecco tutto. A un certo punto, niente, mi avevano disgustato. Sai quando ti svegli una mattina e stop, senza un motivo preciso? E sì che c’è stato un tempo che me ne andavano anche due pacchetti al giorno, ma poi quanto le fumavo veramente? Andavo su e giù per la casa, i lavori da fare la mattina e da ripetere

Black out

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“Avessi sette vite a mano in ogni casa entrerei piano e mi farei fratello o amante, marito, figlio, re o brigante, o mendicante o giocatore, poeta, fabbro, Papa, agricoltore. Ma ho questa vita e il mio destino, e ora cavalco l'Appennino e grido al buio più profondo la voglia che ho di stare al mondo: in fondo è proprio un gran bel gioco a far l'amore tanto e non bere poco”. Francesco Guccini

Andare

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…E ravamo felici, Ci rendevamo conto che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare. Jack Kerouac

Istruzioni per l'uso di una poesia

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Qui ultimamente si usa spesso (troppo spesso?) la parola poeta, che fa il paio tristemente con la parola eroe in questo mondo che divora e digerisce tutto, ma ogni tanto, senza preavviso, si sente perduto per qualche interminabile attimo. Ecco, credo che un poeta sia semplicemente uno che guarda fuori dalla finestra giorno dopo giorno, e nell’orizzonte quotidiano si accorge che una foglia si è spostata nella notte da una parte all’altra della strada. E allora pensa al vento che l’ha soffiata via nel buio, al mare che ha generato quel vento portandolo in città, alla solitudine delle onde, a questo strano mistero che non ha proprio eguali, questa strana vita che non sappiamo onorare se non quando la sentiamo scivolare tra le dita, improvvisamente meno invincibili che mai. (mt)