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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Verso dove

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  A salvarmi dal dolore. A salvarmi dalle voragini. A salvarmi dal niente intorno. A salvarmi dalle diagnosi. A salvarmi dalle recidive. A salvarmi dai luminari e dalle loro parcelle. A salvarmi dalla fottuta paura. A salvarmi dalla guerra. A salvarmi dai guerrafondai. A salvarmi dagli opinionisti. A salvarmi dalle immagini della tv. A salvarmi da chi non ha rimorsi. A salvarmi da chi dimentica. A salvarmi dalla gente brutta. A salvarmi da quella appena appena accettabile. A salvarmi da chi finge di sorprendersi. A salvarmi da chi finge di spaventarsi. A salvarmi da chi salva solo sé stesso. A salvarmi da chi affonda il coltello. A salvarmi da chi lo fa a tradimento. A salvarmi da chi non ha vergogna. A salvarmi dagli psicolabili. A salvarmi dagli irrisolti. A salvarmi dal tempo buttato via. A salvarmi da certi medici fuori servizio. A salvarmi da ogni tipo di anestetico. A salvarmi da chi invecchia male. A salvarmi da chi legge poeti improponibili. A salvarmi da chi li frequenta.

Rivedersi

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  Non ti ho scritto niente due giorni fa. Non mi piace farmi trovare pronto per gli anniversari, e poi questo non era dei migliori. Poi, tre giorni fa è semplicemente come oggi, come tra tre giorni: quindici anni che sei andato via. Era presto, potevamo divertirci ancora un po’. Mi sono accorto che quando passano gli anni, le distanze si accorciano. E infatti riuscivamo a dirci tante cose in più, vedendole quasi dalla stessa angolazione. Pensa cosa sarebbe adesso: tu già avevi visto tutto, io ormai non ho più molto da capire, a parte le cose che resteranno sempre incomprensibili e il mondo che deraglia, e la gente che continua a non capirsi, a farsi del male, a spararsi al cuore con o senza armi. Sai che c’è addirittura chi non saluta da due metri, fa finta di non vederti? E’ la cosa che fa più male: sentirsi colpevoli di non essersi nascosti. Ah, e poi c’è la natura che si riprende il suo avere, ma questo lo sapevi già allora. Vuoi ridere? Lì dove ci davamo appuntamento ormai mi con

Fantasmi

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  Il niente. Il vuoto. E poi scambiare un sortilegio per incantesimo. La falsa umiltà. La polvere residua delle fottute comete di passaggio. L’emozione. La finzione. Il vuoto che avvolge qualunque stupido sogno. La banalità di un regalo. L’inutilità di una vita spesa con senso di sfida dalla parte sbagliata. L’errore. Il tempo buttato. Il dolore che provoca, sempre, la scoperta delle cose più ovvie: l’oceano profondo era solo uno stagno, certe onde maestose un effetto speciale nemmeno riuscito.

Disordinando

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  Come al solito, sto leggendo un libro a cazzo. Qualche pagina all’inizio, qualcosa poco oltre metà, due capitoli prima della fine. E torno indietro, e poi freno su una frase, e poi accelero. Come al solito, non riesco a seguire una trama, un messaggio. Disordinato e libero. Cerco intuizioni nascoste, macchie di colore, rimbalzi del cuore, sputi e lingue attorcigliate, a volte addirittura biforcute. Alla fine non resterà una storia, ma poche immagini precise. Quelle che dentro c’è il mio vivere, quelle che non andranno più via dalla mente, finché rimango qui. E questo è il senso di tutto. Credo. (mt)

Bandiere

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  (un’idea di duegiugno) Volevo un attacco bello forte, tipo “Italia mia, benché il parlar sia indarno…”, hai presente? Ma mi esce solo smarrimento e il fango di certe strade vicine, e quello di parole volgari che scivolano in tv, per non dire delle facce, di quelle bocche che schiumano odio, quegli sguardi che si credono furbi, e forse lo sono, più di me. Volevo qualcosa di diverso per stare di fronte a mio figlio, stupirlo con effetti speciali alla fiera del “tuttoquestosaràtuo”. Ma ho capito, non c’era niente di autentico, avevo solo bisogno di dare una spolverata alla coscienza, o un senso a tutto il viaggio. Solo, mi chiedo quand’è che abbiamo smesso di credere, quando abbiamo deciso che gli ideali sono tempo perso, meglio un mojito e la musica giusta nella terra dei taglieri, in fondo che dovevamo fare, cambiare il mondo? Insomma, ammettiamolo, sarebbe stato un lavoraccio. Si fa prima a piantare qualche bandiera, ad alzare qualche muro a secco a