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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

Forestiero

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Quante strade senza passi Quanti rosari di sasso Quante preghiere nella notte Senza nemmeno farsi il segno della croce E un chiodo nella scarpa   Quanta terra ho calpestato Senza volerle fare del male Terra che mai ho rinnegato E neanche mai ricordato E ne ho perfino mangiata   Forestiero... anche qui Nella via che sa tutto di me Nella piazza che mi riconosce E si chiede perché   Forestiero... da solo Con la mia ombra che non riesce a seguirmi Con il cuore che rimbalza in testa Per finir sotto i piedi Nel bussare alla tua porta Testo trovato su http://www.testitradotti.it   Quanti volti senza occhi Quanti pensieri bacati Per non rimpiangere il mio tempo Ho nascosto l'orologio In fondo alla borsa.   Quanti letti senza sogni Quanta memoria di legno Dura come questa porta Che pare un disegno Coi colori messi male.   Forestiero... anche qui Nella via che sa tutto di te Nella piazza che parla che ride

Non detto

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Giornate di tanto tempo fa, quando avrei potuto semplicemente salire al piano di sopra e baciare mia madre o mio padre e dire «Mi piacete perché un giorno sarò un vecchio vagabondo nella desolazione, e sarò solo e triste». JK

Stagioni

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Oggi io sono qui un tale col tempo tra le mani Tu mi sei nel cuore durante le quattro stagioni che sono 1 – la primavera 2 – la prima notte e così via (Ted Berrigan)

Note a margine

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Tristi fisarmoniche prenatalizie suonano My Way. Via D’Azeglio, luci, passi di fretta. Malinconia. Pensieri. Volti di striscio. Te. Te. Qualcos’altro. Poco altro. Suono che fa soffrire, per quanto è povero disarmato improvvisato. Non fa nemmeno freddo. Fuori. Fa freddo dentro, come sempre. Brutta storia, continuare a piangere per i dolori del mondo