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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

Strada sdrucciolevole

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  Quanti giorni mi sto strappando di dosso? Quanti mesi, anni? Pensare che mentre mi portavano dentro quella sala illuminata al neon, avevo paura anche del buio, della solitudine, di addormentarmi senza uno straccio di sogno con quel freddo che mi pungeva il cervello. Quanta vita sto buttando, adesso? Sembrano passati decenni, sembra che la lezione sia stata inutile, ed ecco la solita sfida da stupido immortale, anche se certi cigolii dovrebbero mettermi in guardia, che ogni giorno che brucia è una fitta improvvisa che ieri non c’era, senza contare quelle del cuore, già, gli sbalzi inattesi del cuore. Quanta notte ho davanti? Maledetta insonnia che una volta invocavo, quando le notti erano diverse, erano vive, da passare tra vino e poeti e visioni colorate, e la presunzione di avere qualcosa da scolpire nel vento, e invece adesso queste albe da aspettare sono soltanto una misura del buio, sono sconfitte quotidiane. Quanta storia ho alle spalle? A cosa può s

Un giorno come questo

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  Era il 19 giugno, come oggi. Ho provato a stringerti la mano, ma tu non stringevi più. Ho sistemato la coscienza fingendo di credere che i calmanti stavano facendo effetto, ma ormai lo sapevo in che viaggio ti eri avventurato. Quando uno si allontana, lo capisci dai dettagli: niente più cellulare, che avevi usato fino a tre giorni prima; niente più orologio, che tanto non riuscivi più a guardarlo; solo il tempo di dirci un paio di cose che non ci eravamo mai detti prima, con un mezzo sorriso per non prenderci troppo sul serio nemmeno in quel momento. Per non essere troppo impostati. Mi sono fatto dare il cambio e forse sono scappato, forse sono stato un vigliacco. Forse ho avuto paura della morte, mentre andavo incontro alla vita, che a casa c’era tuo nipote nato da appena dieci giorni. Ci pensavo, sai, su quelle strade di campagna: un pensiero banale, sul nascere e morire, su schiaffi e carezze del destino, su tutto quel cazzo di mistero. Ci sono rimasto tre ore, in redazione. Po

Forestiero

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  E così adesso si è messo a lanciare piccoli segnali intermittenti – una poesia, una cover stonata, un frammento dall’ennesimo romanzo della vita – Un richiamo, come se all’improvviso sentisse i passi del tempo farsi più pesanti, decisi, come se ci fosse tutto da sistemare, e i fiori del male da far sparire in fretta, e i piccoli inutili segreti da seppellire. Arriva e si appoggia sulla porta con la solita faccia, appena un poco più sgualcita, segnata da questi piccoli e immensi timori. Di lasciare troppe cose a mezz’aria, di non sentire più l’eco dei suoi stessi insensati discorsi. Guarda dentro, sorride, ma lo sguardo è rimasto appiccicato ad una notte senza sonno né gloria. Chi glielo dice che così spaventa i bambini? Prova ancora a gridare, ma niente. Non esce che quella sciocca cantilena, “non piangete, aspettate che il vento vi racconti le storie dell’oceano, e non portatevi dietro nulla di voi, nemmeno l’ombrello, che la pioggia bisogna lasciarla

Quattordici

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  Sai cosa? Penso sempre a come sono volati, questi quattordici anni. Te lo confesso, ormai sono a quel piano della vita in cui capita spesso di pensare a quanto saranno veloci i prossimi quattordici. A dove saremo, a come saremo, a quello che abbiamo lasciato in giro e a chi avrà voglia di raccogliere qualcosa. Quei pensieri lì, insomma. Tutti aspettano i diciotto, eppure per me questa è l’età più imperscrutabile. Un paradosso: forse la più bella e anche la più delicata. Ti guardo e di tanto in tanto vedo ancora quel bambino che non ha mai dato un problema, che mi lasciava riposare anche quando aveva pochi mesi. Che è cresciuto tra le sue storie disegnate nell’aria e i suoi dinosauri. Ah, per quello ti invidio: quando avevo la tua età per me esisteva “il dinosauro” e stop; mica tutte quelle specie e sottospecie, da coprirci il vocabolario dall’A alla Z. Adesso dici che da un gioco ci farai un mestiere, e chissà, se resti determinato come oggi farò qualche viaggio per raggiungere un

Verità nascoste

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  “Eravamo le persone giuste, ma nel momento sbagliato” “Non aspettare la donna giusta. Non esiste. Ci sono donne che riescono a farti provare qualcosa di più, col loro corpo o con la loro anima, ma sono esattamente le stesse che ti accoltelleranno proprio sotto gli occhi della folla” “Chiunque può accarezzarti la pelle. Cerca chi può accarezzarti l’anima” “La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte” “ Alcune persone non impazziscono mai. Che  vite  davvero orribili devono condurre ” “Le donne sono creature intelligenti. Sanno come regolarsi. Il più delle volte sono gli uomini a crollare; sono gli uomini a saltare giù dal ponte” “Occhi. Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l’amore solo a guardarli” “Cosa rende una persona attraente? Gli occhi cazzo, gli occhi. Non importa il colore, se una persona sa usarli, beh, sei finito ” Charles Bukowski