Strada sdrucciolevole

 


Quanti giorni mi sto strappando di dosso?
Quanti mesi, anni? Pensare
che mentre mi portavano dentro
quella sala illuminata al neon, avevo paura
anche del buio, della solitudine,
di addormentarmi senza uno straccio di sogno
con quel freddo che mi pungeva il cervello.

Quanta vita sto buttando, adesso?
Sembrano passati decenni, sembra
che la lezione sia stata inutile, ed ecco
la solita sfida da stupido immortale,
anche se certi cigolii dovrebbero
mettermi in guardia, che ogni giorno che brucia
è una fitta improvvisa che ieri non c’era,
senza contare quelle del cuore,
già, gli sbalzi inattesi del cuore.

Quanta notte ho davanti? Maledetta insonnia
che una volta invocavo, quando le notti
erano diverse, erano vive,
da passare tra vino e poeti
e visioni colorate, e la presunzione
di avere qualcosa da scolpire nel vento,
e invece adesso queste albe da aspettare
sono soltanto una misura del buio,
sono sconfitte quotidiane.

Quanta storia ho alle spalle? A cosa
può servirmi, se non riesco a trovare
quell’isola, sai, quella che ti dicevo,
con la chiesa bianca sulla roccia
a picco sul mare, e tutto quell’azzurro,
tutto quel mondo lontano dal mondo
che significa quiete, il niente
dove vorrei soltanto perdermi
adesso.

(mt)


Commenti

Post popolari in questo blog

Bonatti, un grande italiano

Lacedelli, antieroe nella leggenda

Perché vivo