Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

Il cappotto

Immagine
  “Aveva addosso quel cappotto” “Ma la cerchi ancora?” “L’ho incrociata per caso. Aveva addosso proprio quello” “E allora?” “Niente. Non so come potrei spiegartelo. Ha una storia, quel cappotto” “Una storia?” “Di una città attraversata di sera, col cuore in gola, con emozione. Di una luce nello sguardo. Di quando una sorpresa la commuoveva” “Che fai, recrimini?” “Ancora? Guarda che il punto è proprio questo. Non recrimino. E nemmeno dimentico. Ha una storia, quel cappotto” “Per te. Per lei è semplicemente qualcosa che trova nell’armadio, e decide che quel giorno le sta bene mettere proprio quello. E poi se ne va a trovare il suo cuore nuovo, che le dice “sei meravigliosa con addosso quel cappotto”. Solo che tu glielo avevi visto addosso molto prima, prima che se lo mettesse, prima che diventasse suo. Quando ancora era in vetrina” “Sì, succederà così. E chissà quante volte è già successo. Niente, dai: è la vita di merda che ci è data” “Sbagli. La vita è piena di colori, di so

Il cambiamento

Immagine
…ma ora tutto sembrava appartenere al passato… il cambiamento non era nella spiaggia, nel vento, nelle onde, il cambiamento era nelle persone... (Un mercoledì da leoni)

Foto della guerra

Immagine
  Portatemi ancora foto della guerra. Come quelle di un tempo, in bianco e nero, scattate a due metri di distanza, perché adesso è facile raccontare le battaglie da una camera d’albergo, basta mettersi un giubbotto antiproiettile e giocare al reporter d’assalto. Portatemi ancora foto della guerra. Non queste, così zucchero e miele, filtrate dal vostro perbenismo che fa sembrare tutto lontano, così lontano dal cancello di casa. Portatemi foto di corpi straziati, macchie di sangue e olio sul selciato, bambini che piangono stringendo tra le mani i loro giocattoli rotti, cani randagi che abbaiano per paura, gente che scappa dal dolore e corre incontro al dolore. Portatemi ancora foto della guerra, quelle dove si capisce una volta per tutte quanta merda contiene l’anima vuota della guerra. Dopo mi riuscirà più facile ascoltare le mille ragioni di chi dice che è tutto necessario, di chi gioca a risiko su mappe virtuali, di chi brucia il futuro a chi dovrebbe ave

Planare fuori bersaglio

Immagine
  “Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” . Attribuita a Italo Calvino. Attribuita. Che lui non l’ha mai detta né scritta. Tra le tante abitudini che si sono sviluppate e consolidate navigando sui social, ce n’è una che ogni volta è una nuova crepa sul cuore di chi ama la letteratura: la stramaledetta citazione sbagliata. Attribuita ad un’autrice o autore che non l’ha mai pronunciata né scritta. Probabilmente nemmeno pensata. Prima di condividere una citazione è sempre meglio verificare che l’attribuzione sia esatta. Così, giusto per risistemare le cose. Poi, le cose vanno completate: “Leggerezza è planare sulle cose dall’alto, talvolta devastandole, e non avere macigni sul cuore perché ci si è premurati di spostarli, fino a schiacciare il cuore ad altri” . Nemmeno questa è di Calvino. Però suona meglio, no? Dai, citazionisti, tornate a leggere qualche pisciata di certi poeti da so

Mancata consegna

Immagine
  Scusa amico, la tua pizza non arriva ma non posso farci più niente. Stavo correndo per portartela ancora bella calda, col cornicione alto, come si dice, proprio come piace a te. Scusa amico, ho fatto davvero il massimo, continuavano a chiamare ma credimi, pensavo solo a te. E poi a quell’incrocio non ho visto arrivare nessuno, so solo che a un certo punto non capivo più da che parte era finito il cielo. Scusa amico, non voglio lamentarmi con te, ma insomma, per tre euro l’ora ho fatto il massimo. Sai, dicono che così si tiene viva la gamba, eppure - dammi pure del lavativo se vuoi - la vita regolata da un algoritmo non è proprio la prospettiva che immaginavo. Scusa amico, se poi non mi sono più preoccupato della consegna. Ero accecato dal neon e sentivo quell’odore di ospedale che mi ha sempre messo a disagio, non capivo più dov’era il tempo né perché avesse così fretta di volare via. Scusa amico, ma mi fa ridere questo messaggio. "Siamo sp

Incroci. Ancora.

Immagine
  “Ciao, cuore grande”. “Ci credi davvero?” “Credo in tutto quello che dico” “Non ti manca la sicurezza, vedo. Una cosa nuova…” “Dovrei vergognarmi? Non ho niente di cui vergognarmi” “Sicura?” “Sei tu che volevi sentirti dire le cose che volevi..” “Le dici spesso queste cazzate? Servono a te, vero?” “Io te l’avevo detto…” “Vuoi che ti legga quello che hai scritto fino a ieri?” “Scusa se non mi sono fatta capire” “Non è che non ti sei fatta capire. Hai proprio mentito. Il male è questo, solo questo” “Quando avrei mentito?” “Tante cose. Troveremo il tempo per noi. Ma peggio, anche peggio” “Non ho mai detto bugie” “Cose come: Non lasciarmi, ti prego. E’ scritto qui, guarda. Non è una bugia? Non ci credo alla storia del cuore grande” “Credi a quello che vuoi” “Dà gusto, ferire un cuore grande? Ti ha fatto così male da aver bisogno di farne di più?” “Ti ho chiesto scusa…” “Riascoltati. Non credi alle tue stesse scuse. Non credi a una parola di quello che stai dicendo. Sei

Sold out

Immagine
  Facci caso, la luce del sole di ottobre parla una lingua diversa. Avvolge, si guarda bene dal soffocare. E’ quasi una presenza discreta, eppure ti chiama a sé, ti vuole fuori da quelle quattro mura. Come fosse un ultimo richiamo, un amico che torna quando non aspettavi più, e allora corri da un punto all’altro della città, come se dovessi rispiegargliela. Anche oggi il cielo è limpido, sarà così anche domani, con noi o senza, perché la vita se ne frega di me, di te, di tutti quelli che vorrebbero dirigerla di tutti quelli che si sentono invincibili. Parlano di confini da proteggere, loro. Sventolano bandiere, tracciano traiettorie cieche sulle cartine, cantano inni di guerra. Si giocano il futuro dei figli e non ne hanno vergogna. Sarà più accesa la luce del sole, avvolgerà il silenzio, spazzerà via i buoni i cattivi e le loro certezze, le loro divinità fallite, il passo marziale e l’adunata, anche gli idioti nei loro inutili bunker e tutti i nostri