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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

La cucina verde e panna

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  Qui è la solita zuppa. Cose che vanno, cose che affondano. Non è cambiato niente. Navighiamo la vita, come sempre. Ogni anno che passa, mi chiedo se non avessi ragione tu. Che avevi deciso di sederti una volta per tutte sulla sedia a destra, appena entrati in cucina, e la tua vita era quella. La tv che ronzava davanti, un angolo della tavola su cui appoggiarti, che quasi sembrava ti facesse soggezione allargarti un poco. Ci hai passato la vita, a cercare di non disturbare. Le Nazionali verdi, negli ultimi anni, le avevi mollate così, da un giorno all’altro. Bene, pensavo. Ma forse anche quelle erano un gancio che ti fissava all’esistere, che tanto per il resto sembrava non interessarti più niente. Nemmeno uscire di casa per una commissione, nemmeno più il giro fino all’edicola. Aspettavi un uomo che ormai aveva un’altra vita, ma non riusciva a lasciarti lì da sola. Uno strano tipo di amore, che sfida il tempo. Bellissimo, a pensarci. Aspettavi quelle due visite settimanali, come

Ta lème àvrio

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  Ogni sera, ne sento il bisogno. Di aspettare domani. Di credere a domani. Anche se sono un teatrante fallito, un guitto sul viale del tramonto. Tra le tende pesanti che chiudono il sipario, cerco il varco per guardare ancora oltre. In platea cerco sguardi conosciuti. Cerco conforto, complicità. L’amicizia, se verrà. Mi hanno detto “a domani”, ma era tutto finto. Mi hanno detto “a domani” perché mi voltassi e mi incamminassi sereno. E poi ho sentito il coltello affondare. Nella schiena. Non è mai facile guardare in faccia la vittima. Anche se l’hai scelta. Anche se di mestiere fai l’assassino. Ma qui, a terra, senti almeno il fresco dell’erba. Della sera che arriva. E c’è anche un soffio di vento, che lassù non arrivava. E c’è silenzio. Il respiro si fa corto, il tempo stringe e spiegarlo non è facile. Stai tranquillo. Abbi pazienza. Stai tranquillo. In fondo è giusto. Probabilmente si perde meno sangue, a non agitarsi. Sconsigliato: voltare pagina e scoprire che era

Lezioni di coraggio

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  Ho letto frasi bellissime, sul coraggio. Prese da qualche libro, magari nemmeno letto. Citazioni raccolte al volo in qualche condensato di saggezza per gente frettolosa. Quelle che ti fanno dire “bella questa, starebbe benissimo in un post…” La verità è che a parlare di coraggio così, andando avanti a citazioni, sono quasi sempre i vigliacchi. Quelli che una frase vera, una frase davvero loro, non la troverebbero mai. Perché non hanno mai avuto la forza di cambiare. Chiudono la porta di casa e via, un bel salto all’indietro. Che il fuoco non fa per loro, e nemmeno l’inferno. Ma certamente avranno una bella sorpresa, girando a vuoto in cerca del paradiso che non si farà mai trovare. Proprio vero, il coraggio è un sentimento complicato. E alla fine, l’unica citazione senza tempo e senza dubbi resta quella di don Abbondio. “ Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”

E' tutto proprio qui

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  Fa come sempre. Tra poco sparisce, e mi prende la tentazione di andare a cercarlo in questo mare, nuotando pulito nel silenzio, puntando dritto verso l’isola davanti a me, verso quel promontorio. Ma poi non mi resta che aspettarlo, perché col buio non bisogna mai fidarsi delle onde, anche quando sembra che vogliano spingerti, accompagnarti. Le onde ti ammaliano e ti feriscono, ed è la vita. Allora aspetto qui, sulla sabbia, e arriva la prima stella che il cielo è ancora una luce viva, e poi la seconda, e un’altra. E alla fine, sarà la solita notte accesa di luci irragiungibili lassù, e altre luci smarrite nel mare. Di reti calate, corde tese, ossa che cigolano, bestemmie che scaldano, e una caraffa piena di caffè caldo e lungo e bollente, la cosa più dolce che abbia mai conosciuto. E il vento fa il suo gioco, e il mare canta una canzone lenta. E chissenefrega di quello che siamo, di dove andiamo, di quello che ci resta. Davvero, cosa importa? E’ tutto qui, adesso. E domani ci sa

Dopo trentasette

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  Non superare "trentasette". La sicurezza, dicono. Così, a "trentasette" mi sono inchiodato. Così sembra, Così. Ma la febbre sfonda i muri, spacca i tetti. Non si lascia rinchiudere. Allora ecco: sarà "uno dopo trentasette", e poi saranno due, e poi. Finché non penso più. Non ci sono proprio più. (mt)

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

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  Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così   li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti. Cesare Pavese  

Girotondo

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  Sarà una grande festa. Di vecchi ormai in distonìa coi tempi che stanno vivendo: pieni di gente vuota e attenta solo a sé stessa, al conto della spesa, alla felicità in buono sconto. Di medici al contrario, che invece di salvare vite, le ammazzano. Di incanti e disincanti, di emozioni ed emoticons. Di persone buone e di persone cattive. Cuori che battono e cuori che si spengono. Sarà una grande festa, poi non ne faremo più. Poi, non ce ne saranno più. Ma tutti dovranno ricordarsela, e fare “ooohhhhh”. Meravigliarsi del mistero della vita, come non riescono più a fare.

La vita, è come un dente

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  La vita, è come un dente. All’inizio non ci si pensa, ci si accontenta di masticare. Ma poi ecco che d’improvviso si guasta, fa male, e preoccupati lo si cura, non senza fastidi. E per essere veramente guariti bisogna strapparla, la vita. Boris Vian

Prospettive

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  Onde. Non è mica semplice esserlo, e comunque è questione di fortuna. Puoi essere un’onda impetuosa che viaggia in mezzo all’oceano, o una di quelle che un surfer aspetta per mesi a La Holla, convinto di poterla cavalcare e assicurarsi un posto nella leggenda. Ma puoi anche vivere una vita di sponda, uscire da un rigurgito del mare dietro casa, acqua gialla e alghe, e finire nello scarico di una fogna a cielo aperto. Sempre onda sei, ma capirai che cambia la prospettiva. Cambia lo sguardo sulla vita. E comunque, alla fine aveva ragione il poeta, che tu abbia solcato l’oceano o conosciuto il fetore di uno spurgo, che tu ti senta inutile o fondamentale per la vita, farai una fatica dannata, per scoprire infine che tutto è vanità. (mt)