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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Amici

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  AMICI Gli amici, cosa sono? A volte incroci inattesi, lampioni che si accendono all’improvviso, a rischiarare una strada che si era fatta scura. Per dire di quel 2022, fatto apposta per smarrirsi tra pensieri sghembi. Invece ci trovi dentro tre professionisti, tre artisti veri, che credono nelle cose che fai e ti coinvolgono. E strada facendo diventi parte di un progetto che vi lega, prova dopo prova, uno spettacolo dopo l’altro, sempre rilanciando. Finché, alla fine, scopri di avere accanto qualcosa di più: tre amici con cui costruire qualcosa che resta. Il tuo dannato cruccio, lasciare qualcosa di te. Ecco, ci hanno pensato loro. Abbastanza, no? Invece, eccone un altro. Uno che sul palco ci sa stare, ci sta da tempo. Che apprezza il tuo lavoro e ci mette accanto il suo. E tu racconti e lui canta, e insieme fate divertire la gente, e la gente ride e applaude. E ne hai messo insieme un altro, di amico. E' la storia di Bohaus Generation. Di un “gruppo” che adesso è pronto a s

Sulla riva

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  SULLA RIVA Alla fine volti pagina, arrivi lì dove tutto si può sfogliare in fretta, distrattamente o con un mezzo sorriso, ti concentri su certe vite da influencer o sull’ultima sfida politica di una politica che non esiste più. Guardi fuori dalla finestra e maledici gli ultimi schiaffi dell’inverno. Pensi che sia una fortuna nascere dalla parte giusta del mondo. Non sai che il giusto è un’opinione, esistono parti che prevaricano, che si arrogano diritti, che alzano muri, parti che nuotano nella loro decadenza e altre che non hanno mai imparato a nuotare. Stanno risistemando la spiaggia, domani sarà di nuovo un mondo perfetto e tu potrai riprendere a maledire il mare. Ma non è il mare, il nemico: il nemico è l’uomo, quasi sempre il nemico sei tu, che ogni giorno passi davanti al solito specchio, senza più riconoscerti. (mt)

Che faccia bella

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  Festeggiare. Un’assenza, un vuoto. Una caduta o una rinascita. Una vigliaccheria grande come la vita, la più grande di una vita. Festeggiare. Ripercorrendo strade, sedendo a un tavolino, proprio quello. Cercando gli stessi posti per sentirsi altrove. Che cinque anni sono preziosi, buttarli via è criminale, un dolore solo a pensare a quanta vita bruciata. Una finestra, una collina, un coloratissimo vuoto, un’onda perfida che si trascina, che trascina nel suo male. Cinque anni oggi, la faccia bella se non altro ha imparato a diffidare dalle imitazioni d’amore. E’ poco, è niente? E’ un bel po’ di vita accartocciata, smarrita, irrecuperabile. E’ l’occasione per perdersi in un vino non banale, questa volta.

Casualmente

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  Così lui aveva scritto tutte quelle parole per lei e gliele aveva consegnate in copia unica. Si era sentita importante, ci si era addirittura commossa ma poi, si sa come vanno le cose, come va la vita, diverso tempo dopo aveva fatto pulizia di tutto. Insomma aveva deciso che ripartire significa cancellare, dimenticare ogni cosa, ogni momento, ogni volto. E’ stato quando poi lei ha frugato dentro quell’armadietto durante un turno di notte, mica per nostalgia, figuriamoci, solo perché non le veniva in mente una ricorrenza, una data, quasi per scommessa. Per un attimo, ma meno, molto meno di un secondo, ha avuto quella sensazione, di aver messo da parte distrattamente anche qualcosa di sé, di quando era stata diversa, prima di tornare una mestierante della vita. Allora ha pensato quando mi ricapita che le parole escano da un’anima e mi finiscano addosso? Ha spostato qualche camice, uno stetoscopio, vecchi documenti. Ma niente, era come se quelle parole

Turista per caso. O forse no

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  Ogni tanto ci ripasso. Non serve a recuperare quel quarto d’ora in cui mi sono assentato dalla vita pur restando in piedi, aggrappato al manubrio della bici. Fissando il vuoto e ripetendo la stessa frase senza senso, senza tono. Sono passati più di sei anni. E cinque da quando mi sono addormentato in una sala verde illuminata al neon, con la promessa del ritorno. Che poi, sai. Non è un caso, che ci sia ripassato in questi giorni. Sono successe cose che mi hanno ricordato che la vita è un regalo che brilla appeso a un filo. Arriva la tua ora e a volte non fai nemmeno in tempo a sistemare le cose. Tutto è in disordine, ci sono ancora cento libri da leggere, archivi da sistemare, bollette in giro per casa. E tutti quei tramonti che non vorresti perderti. C’è la guerra, stronza e indifferente. Vite bruciate, compravendita di armi, sete di dominio, inutili certezze di immortalità. Tutto così vecchio, tutto così anacronistico. C’è gente che muore sotto una coperta ghiacciata nel cuore

Blue Valentine

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  Lei mi manda tristi lettere di San Valentino fin da laggiù a Filadelfia, per celebrare l'anniversario di quello che ero un tempo. Mi sento come ci fosse una taglia sulla mia testa che mi squadra sullo specchietto retrovisore. E sono sempre in fuga , p er questo ho cambiato nome. Pensavo che qui non mi avresti mai trovato qui. Per mandarmi tristi lettere di San Valentino, come sogni svaniti a metà , c ome un sasso nella scarpa mentre vado per la mia strada. E il fantasma del tuo ricordo, è la spina dentro un bacio , i I ladro che spezza una rosa , i I tatuaggio di una promessa rotta che nascondo sotto la manica. E ti vedo ogni volta che mi giro . Lei mi manda tristi lettere di San Valentino, Aìanche se non mi faccio più vedere. Insistono che il nostro amore deve essere commemorato Perché conservo tutta questa follia nel cassetto del comodino , a tormentarmi con il fiato sul collo? Cara, lo so, per me è meglio vagare in ogni posto che vado con il

Ancora in viaggio

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  Ci pensavo l’altra mattina, mentre passeggiavamo tra i murales del Dumbo. Lo sai che l’anno prossimo è una specie di anniversario? Mezzo secolo che ci conosciamo, pensa te. Roba importante. Ma non è solo questione di conoscersi. Quelli là erano gli anni della nostra meraviglia, della conoscenza e dello stupore. Le scorribande ragionate, che alla fine tu tornavi all’ultimo piano di Mascarella, tornavi ogni volta a casa, come Jack; io andavo a perdermi nel silenzio di via Manfredi, dove mi aspettava Boranga, il funambolico gatto nero, e forse dei due ero Neal. Quegli anni coloratissimi li abbiamo attraversati insieme, eravamo lì quando qualcuno li ha coperti con qualche secchiata di vernice grigia. Spararono a Francesco proprio a venti metri dal portone di casa tua, e poi divennero anni di una strana rassegnazione. Non è solo questione di conoscersi. E’ un cine d’essai in via del Pratello, col film in ungherese sottotitolato in tedesco, con un disperato in mezzo alla sala che corre d

Ipotesi

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  Tutto quello che non è stato detto. Tutto quello che non hai saputo dire. Tutto quello che non ci sarà più il tempo. Ti chiedi come sarebbe stato, quel tempo. E provi a immaginare un diverso scorrere dei giorni, osservi il fantasma di te che si muove a colori nel domani che mai più ti sarà dato. (mt)