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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Sparare agli orsi

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“Chi dorme non compra, non vende, non è produttivo. Chiediti perché nei supermercati non ci sono orologi. Perché questa gente qua non vuole che il consumatore abbia l'idea del tempo che passa. I clienti devono rimanere cristallizzati in un presente compulsivo. Chi dorme è il vero sovversivo perché mantiene viva l'unica zona inaccessibile al capitalismo: i sogni. Perché credi che vogliano sparare agli orsi? Perché dormono sei mesi.” Natalino Balasso, “Delusionist”

Cose che succedono. Da queste parti...

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Ho avuto un tumore. Endocrino. Cioè di quelli, come mi hanno spiegato poi, che non sono “maligni” o “benigni”, che di massima possono essere risolti, purché cose come la glicemia sotto i livelli di guardia o certi black-out spaziotemporali non provochino danni collaterali. Ho avuto un tumore, me lo hanno rimosso nel novembre 2017, e anche lì mi è andata bene. La bestiola, che intanto si era allungata fino a due centimetri, stava appoggiata sopra il pancreas. Strapparla via avrebbe potuto far danno allo stesso pancreas, alla milza, a tutto quello che le stava intorno. Ma ho trovato un grande professionista, il professor Riccardo Casadei, che ha risolto tutto con una laparoscopia. Oggi ho tre buchetti sulla pelle, che nemmeno si notano più, e insomma, se mai mi rimettessi in forma sarei sempre in lizza, almeno per un premio di categoria. E ne ho trovati altri, di uomini e donne speciali. Il professor Uberto Pagotto, direttore di Endocrinologia e Diabetologia, ha seguit

Il Dottor Sensibile

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Che mi dici del caro vecchio Dottor Sensibile? Anche oggi ha partorito quella sua specie d’amore che non prevede sfumature, non accetta ritardi o cambi di direzione? Il suo progetto prevede una casa più spaziosa, un cortile con l’altalena, il barbecue per collezionare i rutti degli amici alla domenica, qualche cacca di cane da pulire, il lastricato che quando piove col cazzo che le scarpe s’infangano. Ah certo, anche il cancello automatico che riconosce il timbro vocale, e la recinzione in ferro e metallo zincato, che ogni volta che guarderai fuori un po’ ti farà persino paura la libertà. Avrai quello sguardo lì, un po’ spento che il Dottor Sensibile ti rinfaccerà senza nemmeno cercare di capirlo perché proprio non c’è niente che non va e chi ti capisce è bravo. Alla domenica, di ritorno dalla messa, una chiacchierata coi vicini su quel viaggio che ha sempre in mente e non farà mai, e il pranzetto, che altrimenti che domenica è? E ti dic

Prima del tramonto

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“Allora, hai studiato l’uscita di scena?” “Non c’è poi tanto da studiare, e se la studi vuol dire che non c’è niente di vero” “Invece?” “Invece voglio che sia tutto naturale. Essere quello che sono anche in quel momento. Soprattutto, non fare del male a nessuno” “Già, ma non sempre ci si riesce” “Vero. E’ complicato” “Quindi? Come sarà?” “Hai presente quei film dell’epopea del vecchio West, dove c’era il cavaliere solitario che se ne andava a cavallo, minuscolo nella prateria?” “Sempre più lontano, fino a diventare un punto indistinto nel paesaggio…” “Ecco. Così” “Un’uscita triste” “Non direi. Solitaria, forse. Ma alla fine, il destino è quello. Tornare ad essere soli, per quanto ci si sia sforzati di dare, di cercare” “Cos’è, che avresti cercato?” “Quel porto. Ma è molto di più. Io l’ho visto, l’ho trovato…” “Allora, perché andarsene?” “Perché la vita è complicata. O ce la complichiamo. Quando potremmo viverla, respirarla, spesso scappiamo via. O ci nascondiamo n

Tempus fugit

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Quanto tempo gettato via. Certo, quando ci sei dentro non te ne accorgi. Ci sono le paure, i dubbi, le domande, i mille occhi puntati addosso, la gente perbene che giudica, i passi falsi, il passato che pesa, i bambini compresi quelli adulti. Tutta roba che ha il suo peso. Tutta roba che si può comprendere. Ma vedi, al tempo tutto questo non interessa. Il tempo se ne sbatte, di te. Dovresti fottertene di lui, e di tutta quella banalità che ti circonda. Il tempo non ritorna, ecco. Non ritorna più.

Qui non è Las Vegas

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“Sai cosa mi fa sembrare tutto paradossale? Che davvero quest’uomo, se tu dicessi che hai sbagliato – perché, certo, alla base di tutto c’è la tua ammissione di colpa – sarebbe capace di dare un colpo di spugna a tutto. E di ripartire, come se niente fosse. Per lui le ferite dell’anima non esistono. Hai riconosciuto che lui lavorava per il tuo bene, per la grande capanna sotto cui tenere caldi i cuori, per il grande progetto. Hai ammesso, finalmente, che la strada da seguire era una soltanto, la sua. Non gli occorre altro” “Ho paura di fare del male a troppa gente” “Quanti si preoccupano di fare del male a te? Quanti sentono il tuo disagio?” “Sta cercando di farmi sentire sbagliata. E a volte ci riesce…” “Sta cercando di farti diventare come lui. Guardati intorno. E’ pieno di gente che cammina senza sapere di essersi spenta da tempo” “Io non voglio spegnermi…” “Lo so. Non sarebbe giusto, che tu ti spegnessi. E per quanti sbagli tu possa aver fatto

Una donna romantica

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Io sono nata in un tempo sbagliato. Il mio tempo era un altro. Il tempo a cui sento di appartenere è un tempo di sentimenti, mentre questo è un tempo di cose. Quanti gesti devo fare in una giornata? Quante cose mi stanno addosso, mi tormentano, mi schiavizzano? E io, dove mi rifugio? Forse avranno ragione loro quando dicono che sono svagata. Loro sono molto bravi. Comprano, lavano, spazzano, puliscono, procacciano, puliscono di nuovo, cuciono, cuociono, spazzano. E poi vanno in ufficio, lavorano, lavorano. Anch’io vado in ufficio, spazzo. Ma io odio tutto questo. Io non sono di questo tempo. Vorrei essere nata ai tempi della Castellana di Vergi e avere un amante e per vederlo vorrei rischiare la vita. Se morissi come la castellana di Vergi, e sarebbe terribile tutto quel sangue versato sul mio corpo che ne ha così poco, chiamerebbero una rosa col mio nome; io avrei avuto un destino per quanto triste e terribile. Ma così io ho il destino di spazzare, cucire, andare in