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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Unforgettable...

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  Tutto va, e tutto in qualche modo passa. Lo diceva mio nonno, che mai avrebbe voluto recitare nella parte del vecchio saggio di famiglia, che voleva restare curioso di ogni filo d’erba, di ogni soffio di vento, di ogni rumore di onde, e per questo ha attraversato la vita fischiettando, piuttosto sorpreso quando il cuore all’improvviso ha preso a battere in testa e l’ha lasciato a piedi. Tutto va, e tutto in qualche modo passa. Così, non mi importa che resti qualcosa di me, lo so bene che anche i libri e le poesie finiranno in uno scatolone coperto di polvere, proprio sotto le riviste di viaggi dimenticate in un angolo. Mi basta che da qualche parte ci sia un cuore che batte, magari per qualcuno o qualcosa che neppure mi assomiglia, e se ha dimenticato il mio nome amen, non importa, quello che conta è che abbia visto cosa vuol dire amare veramente, che abbia capito come si fa, che un giorno gli torni la voglia di provarci, di crederci. E’ questo ch

Comunicare...

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  “Diminuzione dei contagi, ma…” - Una buona notizia non può essere data per quello che è. Un “ma” va sempre messo, alimenta l’angoscia, e di quella non ce n’è mai abbastanza. “…una risposta ad assembramenti selvaggi e comportamenti “distratti”, che rischiano di vanificare gli sforzi di tutti, va data ” - Perfettamente d’accordo, sottoscrivo. Nota a margine: chiedersi perché non è possibile, con gli organici attuali, chiedere ulteriori sforzi alle forze dell’ordine. “per rivedere un po' di speranza con l'arrivo della primavera e della tanto attesa accelerazione sui vaccini ” - Ecco. Per me la tanto attesa accelerazione dei vaccini sarebbe la notizia d’apertura. Che è tanto attesa, dico, e resta tale.

Aspettando

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  Ho sessanta anni, ma sono un baro: in realtà, ne faccio sessantuno tra cinque mesi. Non ho segreti: ho avuto un tumore, e sarà stato anche endocrino ma vi assicuro che quando qualcuno ti dice "cazzo, c'è", hai quell'attimo in cui la testa si riempie di pensieri alla rinfusa, e vedi il passato, il presente, i libri ancora da leggere e le cose ancora da fare, tuo figlio che cresce, le cazzate che hai fatto e quelle di cui non ti sei pentito e nemmeno ti sembra il caso. Non vedi il futuro, ma non per scoramento: è che non c'è proprio tempo, devi vivere il presente, prepararti a scacciare la bestiola dannata dal corpo, ascoltare chi ti spiega le cose con tatto e chi te le spiattella davanti senza pensare agli effetti sulla mente. Oggi ho visto un bel post, confezionato per invitare gli scettici a vaccinarsi. Una bella idea. Ma mi domando che deve fare uno che scettico non è. Cioè, ho sessant'anni (ma sono sessantuno), ho quel passato lì che ogni tanto mi si ri

Si agita il vento, quando vola via un beat...

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  Coi primi lavori, o con i premi delle corse, ci compravo anche i tuoi libri. E quel giorno, vagabondo sulle strade di San Francisco, ti ho pure sfiorato a City Lights. Ma eri andato a fare una pennica, e io come mi aveva insegnato Jack dovevo correre "verso la prossima pazzesca avventura sotto i cieli" . Amen, tanto sarei svenuto, o avrei cominciato a dire un sacco di fesserie. Ciao e grazie, Lawrence Monsanto Ferlinghetti , meraviglioso centenario.

Arancio torbido

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  Domani ci diranno che si cambia colore. D’accordo. Mai avuto problemi a schivare “apericene”, lo facevo anche quando eravamo gente libera. Anzi, ultimamente sto meglio da solo che in compagnia. Tutto bene, però adesso pretendo rispetto. E silenzio. Basta con i virologi a gettone, iene che si spartiscono le carcasse di un popolo. Basta dare la colpa “a la gggénte”, basta parlare di varianti come se fossero una roba inaspettata e sorprendente. Basta con le decisioni prese con sufficienza e arroganza. Basta con le “concessioni”, quando e se torneranno. Basta prendere a calci in culo le nostre vite, fare a pezzi il nostro equilbrio, fottersene del nostro soffrire, che è il soffrire della gente comune, non di chi vive su qualche pianeta con vista Terra. Una cosa l’abbiamo capita: servono i vaccini e servono per tutti. Allora chi perde tempo a fare “opinione”, e chi quelle opinioni raccoglie senza dubbi e senza incertezze, ora si zittisca. Subito. Chi ha studiato per questo, si chiuda

Quando i pacchi arrivano in orario...

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  … ma l’inverno non ha lasciato facilmente la presa. Ci sono state settimane di straordinari obbligatori da cinquanta ore. Con l’arrivo del Natale, i contenitori sugli scaffali erano zeppi di merce, un incubo per i collocatori… dovevano continuare a cercare, frustrati, finché non trovavano i rari contenitori che avevano ancora spazio.   Allo stesso tempo, i supervisori continuavano a chiedere di mantenere il ritmo, aumentare “l’indice”, perché “dobbiamo raggiungere i nostri numeri”…. Nella sola giornata del 2 dicembre, i clienti hanno ordinato qualcosa come 36,8 milioni di prodotti, vale a dire circa 426 ordini al secondo, portando le vendite complessive dell’azienda al picco record di 74,45 miliardi. In mezzo a tutto questo, Linda si è preoccupata per la sua salute. Se la stava cavando bene, nonostante il polso destro fosse messo a dura prova dallo scanner. Ma il 15 dicembre, due settimane prima del suo ultimo giorno in magazzino, ha cominciato ad avere dei capogiri. Non sapeva a c

Contributo alla statistica

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  Su cento persone: che ne sanno sempre più degli altri  - cinquantadue; insicuri a ogni passo - quasi tutti gli altri; pronti ad aiutare,  purché la cosa non duri molto  - ben quarantanove; buoni sempre,  perché non sanno fare altrimenti  - quattro, be’, forse cinque; propensi ad ammirare senza invidia - diciotto; viventi con la continua paura di qualcuno o qualcosa - settantasette; dotati per la felicità, - al massimo poco più di venti; innocui singolarmente, che imbarbariscono nella folla - di sicuro più della metà; crudeli,  se costretti dalle circostanze  - è meglio non saperlo neppure approssimativamente; quelli col senno di poi - non molti di più di quelli col senno di prima; che dalla vita prendono solo cose - quaranta, anche se vorrei sbagliarmi; ripiegati, dolenti e senza torcia nel buio - ottantatré prima o poi; degni di compassione - novantanove; mortali - cento su cento. Numero al momento invariato.   Wisława  Szymbor

Niente

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  Manca poi sempre un niente. Manca un centesimo per fare un euro, manca la corrente, ma stanno lavorando per noi, manca ancora una mano di vernice, manca la voglia, manca il senso, manca quel cielo unico che si contempla solo in terre lontane, manca l’ultimo capitolo, l’ultima frase e allora cadiamo nel solito errore, diciamo va bene, manca un niente e ci pensiamo poi domani. Solo che il tempo se ne frega, maledetto lui, tira dritto per la sua strada e domani non sarà qui ad aspettarci, ha la sua missione da compiere e ti giuro, è merda e fango, è un calcio ben assestato nel petto, e spacca il cuore, e va sempre più stretto. E allora inseguo quel niente che mi serve a vivere senza rimpianti, cerco quel niente prezioso perché non voglio andarmene con mille discorsi ancora aperti. Hai ragione, sono soltanto uno che ha bisogno del niente per non farsi travolgere da questo tutto che ci riempie la testa, che ci svuota i pensieri. (mt)

Il mondo che abbiamo costruito

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  … A Drayton, in North Dakota, un ex tassista di San Francisco, sessantasette anni, sgobba per la raccolta annuale della barbabietola da zucchero. Lavora dall’alba fin dopo il tramonto a temperature che scendono sotto lo zero, aiutando a scaricare i camion che affluiscono dai campi. La notte dorme nel furgone che gli fa da casa da quando Uber lo ha tagliato fuori dal settore dei taxi, rendendogli impossibile pagare l’affitto. A Campbellsville, in Kentucky, un ex general contractor di sessantasei anni sistema la merce durante il turno di notte in un magazzino Amazon, spingendo un carrello per chilometri sul pavimento di cemento. E’ un lavoro che inebetisce, e lei si sforza di esaminare ogni articolo attentamente, sperando di evitare il licenziamento. La mattina ritorna alla sua piccola roulotte, ormeggiata in uno dei numerosi parcheggi per case mobili che hanno un contratto con Amazon per ospitare lavoratori nomadi come lei… (Jessica Bruder, “Nomadland”)

Indaffarato a vivere

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  Indaffarato a vivere ti hanno detto che agitarsi fa bene, trotti ogni giorno di più, inciampi sempre più spesso. E sei gonfio di bile e tossine, di piccole invidie e rancori, grasso di tutti gli odori che non riesci ad annusare. “Questa è la vita” dici, e povero me che ti vedo sempre più ottuso e stanco, eccitato da qualunque sciocchezza. Tito Balestra

Seconda mano

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  Stanotte, sai, mi sento come quelle macchine che sono belle rifinite, tenute con cura, quasi sempre sistemate in garage. Non nuove, ma nemmeno passate di moda. Insomma, come dire, con un carattere, una personalità. Non le cambieresti mai, sono parte di te. Ma succede che a un certo punto inizia a saltare una guarnizione, e la rimetti dentro a forza ma lei esce ed esce finché non sta più a posto. E poi si inceppa l'alzacristalli elettrico, e poi la ventola inizia a fare casino. Ah, non parliamo del tergicristallo posteriore, lo so che piove a dirotto e non si vede un cazzo, ma è andato, bloccato lì a metà. E non lo so perché si accende quella spia, sono andato a farla vedere e mi han detto che non c’è niente fuori posto, ieri aveva smesso e adesso eccola di nuovo… Guardo fuori dalla finestra, aspetto l’alba per dormire almeno un’ora. E mi sento un po’ come quelle macchine lì, hai presente? Sono ferri sicuri, non smettono di andare, no. Anzi, macinano chilometri con l’impegno d

Fuori controllo

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  Non è vero che è stato un gesto improvviso. Quella mattina era così attaccato alla vita che sentiva più forti anche gli odori - il legno che brucia nei camini, la pioggia sull’erba, la sua stessa paura – E non è vero che aveva perso le coordinate, che non si voltava più indietro. Il primo gli ha risposto con uno di quei messaggi standard che stava in riunione, prego richiamare, il secondo almeno ha risposto, ma fatti sentire nel pomeriggio, che adesso sono in call. E il terzo, beh, il terzo era quell’amore perduto di cui ricordava ogni istante, ogni angolo, nel quale aveva messo ogni energia per sentirsi, adesso, mendicante. E’ stato allora che ha tirato il motore come un pazzo roba che dalle case intorno si sono affacciati per vedere, e poi ha tirato e tirato fino alla curva maledetta, che pure conosceva a memoria, e credetemi, peccato non possa dimostrarvelo, non possa farvi assaggiare il sale delle sue lacrime, perché lo so, voi davvero pensate che certi g