Il mondo che abbiamo costruito

 


… A Drayton, in North Dakota, un ex tassista di San Francisco, sessantasette anni, sgobba per la raccolta annuale della barbabietola da zucchero. Lavora dall’alba fin dopo il tramonto a temperature che scendono sotto lo zero, aiutando a scaricare i camion che affluiscono dai campi. La notte dorme nel furgone che gli fa da casa da quando Uber lo ha tagliato fuori dal settore dei taxi, rendendogli impossibile pagare l’affitto.
A Campbellsville, in Kentucky, un ex general contractor di sessantasei anni sistema la merce durante il turno di notte in un magazzino Amazon, spingendo un carrello per chilometri sul pavimento di cemento. E’ un lavoro che inebetisce, e lei si sforza di esaminare ogni articolo attentamente, sperando di evitare il licenziamento. La mattina ritorna alla sua piccola roulotte, ormeggiata in uno dei numerosi parcheggi per case mobili che hanno un contratto con Amazon per ospitare lavoratori nomadi come lei…

(Jessica Bruder, “Nomadland”)


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