La poesia che non ho scritto

 


La poesia
che non ho scritto
sta dentro
a un armadietto
con la combinazione,
sotto vestiti di ricambio,
una vecchia busta paga
e il contratto
di una compagnia telefonica.
Scaduto.

La poesia
che non ho scritto
non ha voce per farsi sentire,
non ha parole
abbastanza forti, mai stata
una priorità, per capirci.

La poesia
che non ho scritto
resterà sepolta per anni
sotto le macerie di una vita
e poi magari scivolerà fuori
all’improvviso – succede
sempre così -
e come sarebbe stata attuale
se solo l’avessimo
ritrovata ieri.

Perché è semplice, la poesia
che non ho scritto
sta lì, nero su bianco da sempre,
fa un rumore assordante
solo dentro  al mio petto,
e come potevo pensare
che venisse notata, senza due righe
di sottolineatura, una copertina
fatta a modo, un segnalibro colorato,
qualcosa accidenti,
qualcosa  che chiamasse attenzione,
che dicesse
qui dentro c’è tutto,
tutto quello che ho incontrato
lungo il cammino, questo sono io
e sto gridando, si direbbe,
ma solo
per farmi ascoltare.

(mt)

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