Vuoti di memoria

 


Il fatto è che tutto si dimentica
e noi siamo parte del tutto.
I più fortunati avranno
intitolato un memoriale, uno stadio,
un giardino pubblico, ma solo
finché non se ne saranno andati
anche quelli che ne coltivano memoria.

Io, per dire. Non ricordo più
i nomi dei trisnonni, e tutti quelli
che avrebbero potuto parlarmene
hanno piegato il fazzoletto. Eppure
dietro quei nomi ci sono storie, fatiche,
decisioni sbagliate e giornate di sole,
ci sono persino un paio di guerre,
chissà da che parte vissute.

Così, non resta che cercare
una frase azzeccata, un gesto,
qualche faccia bella da lasciare
a chi resta, a chi può solo guardare
davanti a sé, perché questo
è il senso dell’esistere. Non resta
che rifugiarsi in questa normalità,
perché ognuno è unico
nell’essere normale. E poi convincersi
che tutti i libri, le poesie, le parole
resteranno nel tempo, fingendo
di non sapere che un giorno
sgombereranno cantine e solai
anche del ricordo di noi.

Io, per dire. Avrò nipoti dei pronipoti
che si chiederanno come ho vissuto
e se dietro una foto non troveranno
una storia, pazienza, non ne faranno
una malattia.
Il fatto è che tutto si dimentica
e noi siamo parte del tutto.

(mt)


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