Dialogo sul Dottor Stranamore

 


“E un giorno, quando mi tornerà la voglia, ti racconterò del Dottor Stranamore..”
“Non ci avevano fatto anche un film?”
“Sì, ma quella è un’altra storia. Drammatica”
“Questa non lo è?”
“Questa è triste, sporca, cattiva. In un certo senso, banale”
“I dottori di solito salvano la gente…”
“Tecnicamente sono spesso impeccabili, lo so”
“Ma?:..”
“Ma, niente. Succede che poi si tolgano il camice e vadano a casa”
“Il Dottor Stranamore ce l’ha, una casa?”
“Naturalmente sì. L’ha riempita di specchi. Così vede soltanto sé stesso. Le sue fatiche, le sue malattie, le sue necessità. E inizia a farci i conti. Sì, lo dice spesso: ci farò i conti…”
“E che altro dice?”
“Cose in cui non crede. E poi ha un problema notevole…”
“Tipo?”
“Crede di bastare a sé stesso, ma ha sempre bisogno di appoggiarsi, di aprire di corsa nuove storie”
“Non pensa?”
“O pensa troppo, chi lo sa…”
“Lasciami indovinare. E’ qualcuno che ti ha deluso, che rispettavi e che oggi disprezzi…”
“Il disprezzo è fatica. Io non disprezzo nessuno, lo sai”
“Lo guardi sopravvivere?”
“Forse nemmeno. Lo incrocerò magari, immerso nell’ennesima bugia che si sta raccontando”
“Pensi che cerchi la felicità?”
“La felicità bisogna saperla maneggiare. Essere felici è un regalo che si fa agli altri. E richiede un impegno”
“C’è una ricetta?”
“Basta essere sinceri, sempre”
“Che tipo, questo Dottor Stranamore…”
“Già. Indaffaratissimo. Ma la vita è così”
“Per gente indaffarata…”
“Per gente tecnicamente impeccabile…”


Commenti

Post popolari in questo blog

Bonatti, un grande italiano

Lacedelli, antieroe nella leggenda

Perché vivo