Raccogli una tazza d'acqua dall'oceano. Lì mi troverai.
(Jack Kerouac)
Ciao Kociss
Ottieni link
Facebook
Twitter
Pinterest
Email
Altre app
-
Ora vola libero, amico mio. Grazie di aver colorato la mia adolescenza, grazie di tutta
la pace dell'anima che mi hai regalato dopo. Mi mancherai tanto.
Come dicevi tu, ogni volta:
Peace, bro.
"…nella polemica con Bonatti e Compagnoni ha sempre guardato dall’alto, con un sorriso. I due mordevano, lui sorrideva. Compagnoni si spartiva la gloria... Gli altri erano giganti della montagna e però bonsai della vita. Lacedelli invece si scrollava di dosso le polemiche come il cane si scrolla l’acqua dal pelo". Mauro Corona ama le frasi a effetto, ama, come dice spesso , "togliere anziché aggiungere, come si fa nella scultura e come si dovrebbe fare nella poesia" . Ricordando Lino Lacedelli , ha detto dell’uomo e dell’alpinista cose molto belle, e giuste. Ma non ha fatto altrettanto su Walter Bonatti . Che non mi pare un "bonsai della vita", ma un uomo di grande rigore morale, di scelte coraggiose che spesso lo hanno isolato, perché il "sentire comune" non sempre sposa gli uomini scomodi. La storia è vecchia, di cinquantacinque anni. Ma è questa, ora lo hanno riconosciuto anche le autirtà della montagna, anche se dopo più di mezzo secolo. Sul
"Noi dovevamo essere preparati all’ignoto. Nessuno ci aveva preceduti" Lino Lacedelli In questo 2009 infausto per la gente di montagna (il Broad Peak si è preso Cristina Castagna , il Langtang Lirung lo sloveno Tomaz Humar , per non dire dei tanti nomi sconosciuti ai più), se ne vanno anche le antiche leggende. Riccardo Cassin si è spento in una serena vecchiaia, a cent’anni compiuti, Achille Compagnoni ne aveva 94 quando se ne è andato per sempre, nel maggio scorso. Ora lassù lo ha raggiunto Lino Lacedelli , che con lui fu il primo a raggiungere la cima del K2, nel 1954. Un "eroe italiano", non per scelta, col suo carattere schivo e mai incline al protagonismo. Per necessità, semmai, di un’Italia che aveva bisogno di eroi. Che, uscita malconcia da una brutta guerra, ancora cercava grandi gesta e grandi uomini a cui aggrapparsi per uscire dal dolore, dai ricordi. Per lasciarsi tutto alle spalle. La televisione era arrivata il 3 gennaio di quell’anno, Lacedelli e C
Re-dei-cieli, un tale senza troppi peli sulla lingua, inchiodato diciamo da un paio di migliaia di anni sull’altare della nostra ipocrisia. Che poi lui ci riprova sempre, rinasce risorge e ogni volta ricade, osservandoci mentre distratti alziamo un attimo lo sguardo dall’ultimo messaggio whatsapp e ci scambiamo un segno di pace frettoloso, che tanto della pace abbiamo un concetto vago. E’ tutto okay finché nessuno viene a lasciare tracce di sangue sul pianerottolo, proprio davanti alla porta di casa. mt (nella foto, “Cristo delle Marche”, di Nazareno Rocchetti)
Commenti