Disperso

 


Improvvisamente
si accorse di aver seguito troppo a lungo
una stella sbagliata. Sentì addosso
tutta la stanchezza del viaggio,
e tutto l’affanno nel petto.
Le frasi che aveva speso, tutte,
stavano lì, accartocciate
in un cestino dei rifiuti, nel verde
umido del parco. Trovò una panchina,
fece fatica anche a sedersi,
provò a scrollarsi di dosso
tutto quel dolore, ma sapeva bene
che certe ferite restano aperte.
Non gli restava molto da fare:
attese che il sole andasse giù
e lasciò che quella nebbia della sera
gli confondesse anche i ricordi.
Pensò che si era perso,
che forse qualcuno si sarebbe sorpreso
non vedendolo arrivare, ma poi
se ne sarebbero fatti una ragione,
che di mirra e incenso
non si vive. Del resto
non aveva mai chiesto di essere un re,
non voleva nemmeno trovare la strada,
gli sarebbe bastato non essere dimenticato
là dove aveva lasciato qualcosa
della sua vita.

(mt)


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