Leggerezza (ancora sul Dottor Stranamore)


“L’ultima ha a che fare con la leggerezza…”
“Di cosa stai parlando?”
“Dai, non dire che non ti interessa…”
“Ancora il Dottor Stranamore?”
“Chi altri? Adesso parla di leggerezza, sai?”
“Ah, bene. E che dice?”
“Che leggerezza non significa superficialità”
“Uh, abbiamo scoperto l’America… Certo che è così”
“A me sembra che parli per ascoltarsi mentre lo dice”
“A parte la banalità della frase, non sei d’accordo?”
“E’ tutta la storia che non funziona. E’ molto più complicato”
“Che altro dice?”
“Che leggerezza significa planare dall’alto, per liberarsi dai macigni della coscienza. A grandi linee, eh…”
“Mamma mia, deve aver scartato qualche cioccolatino, ultimamente. Comunque, sente il bisogno di liberarsi dai macigni. Evidentemente ci sono”
“Per planare, bisogna saper volare”
“Non è il suo caso?”
“Non è il caso di chi con i macigni ha familiarità. Di chi invoca leggerezza dopo averne avuta molta in dono, senza saperla apprezzare. Di chi per primo ha riempito quella leggerezza di dubbi, di timori, di fatica, di tormento”
“Vuoi dire che il Dottor Stranamore ha reso tutto più difficile?”
“Non c’è stato un giorno, non uno, in cui si potesse scorgere l’orizzonte. Non c’è stato un giorno in cui non appoggiasse su qualche spalla quei tormenti interiori. Ma sempre, sempre ha cercato quella spalla. E sostegno, e presenza. Fino all'ultimo”
“E adesso?”
“E adesso parla di leggerezza, come se quel peso forse arrivato da altri”
"A volte ci sentiamo liberi dimenticando chi ci ha liberati"
"Già, credo sia esattamente così"
“Ricordati una cosa: per planare dall’alto bisogna essere bravi a volare. Ed esserlo da sempre. Quello è un talento che non si impara”
“Questa dove l’hai letta?”
“E’ mia. Anche le cose più banali me le costruisco personalmente. Un lavoro da artigiano, sai… Altrimenti bisogna fare come fa il Dottor Stranamore, come fanno tanti. Raccogliere le frasi dai libri, o da qualche poeta improvvisato. Basta avere un po’ di aforismi da spendere”
“Per me è tutto molto più semplice”
“Sentiamo”
“La colpa è sempre degli altri, per gente così. E per un macigno che ti togli di dosso, quanti ne hai seminati nelle vite degli altri?”
“Tocca a noi, la risposta?”
“Non lo so. Toccherebbe a chi semina aforismi per raccogliere consensi. Soprattutto, per autoassolversi”
“Appunto. Non la risolviamo noi, questa partita”
“Dunque? Solita soluzione?”
“Ne vedi altre? Dai, riempimi il bicchiere… Planare dall’alto… Cazzo, avanguardia pura…”
“Smettila, dai”
“Smettila tu, di buttare via il tuo tempo. Forse vale di più”
“Forse. Ma tanto il tempo non ti ritorna indietro”
“Appunto. Lascia ai superficiali il miraggio di essere leggeri”
“Va bene. Lasciamogli anche questo”
“Va giù che è un piacere, senti?”

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