Mi parli ancora

 


A Nino Pedretti, che oggi compie un secolo


Adesso che ho imparato
a leggere il mondo
dentro un bicchiere di rosso
dimenticato su una tovaglia
ruvida, a infilarmi nella pioggia
senza ombrello, a sfogliare
libri di storia nella corteccia
degli alberi, a respirare il profumo
selvatico della notte, ad ascoltare
le ragioni del cane randagio
che assale per paura.

Adesso che non ho rimpianti
né lamenti da spendere,
che mi tengo strette
quelle poche frasi appuntate
dentro un quaderno logoro,
e non le butto più, pensando
che chissà, a qualcuno forse
un giorno serviranno,
se non altro serviranno a me
per ricordare chi sono,
magari per illudermi
di avere tutto chiaro,
il percorso, il traguardo,
la strada su cui sto camminando.

Adesso che sono sempre
il bambino di quella foto
virato seppia, orgoglioso di stare
tra le braccia di mio padre,
Nino, adesso ti dico grazie,
che a cent’anni mi chiami ancora
ogni volta, e mi parli,
e la voce è forte, la vita
una tavolozza di colori
sparsi, disordinati,
su cui impiastricciarsi le mani
in un gioco che buca il tempo.

(mt)


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