Incipit


Volevo iniziare così.
“Incontrai Dean per la prima volta dopo la separazione da mia moglie. Mi ero appena rimesso da una seria malattia della quale non vale la pena di parlare, se non perché aveva a che fare con quella separazione avvilente e penosa e con la sensazione di morte che si era impadronita di me…”
Volevo iniziare così. Certo, cambiando il nome di battesimo. Avete mai fatto caso che un nome italiano non rende allo stesso modo, non regge il confronto con un nome americano? Guardate come scorrono bene Dean e Sal, sembra proprio che siano già in movimento. Pensate a Luigi, o Francesco, o Michele, mettetegli uno zaino in spalla e non sarà la stessa cosa. Si muoveranno a fatica, da subito.
Volevo iniziare così, ma poi? Avessi almeno scelto un romanzo di nicchia. Invece proprio Jack, il mio amatissimo Jack. E una faccenda generazionale da tre milioni e passa di copie. No, non era cosa.
Poi, anche la biografia mi frega. Non ho incontrato nessun perdigiorno dopo essermi rimesso da una seria malattia. Ma qualcuno, qualcosa ho incontrato. E la cosa strana è che poi è arrivata anche la separazione penosa con la sensazione di morte. Ma più avanti, verso la fine della storia. Insomma, è tutto mescolato. Un casino.

Così ho deciso di partire da lì. Da una frase buttata non a caso sui social, da uno sguardo d’intesa. Da un’alchimia. Da qualcosa che, me lo ero messo proprio in testa, non sarebbe finito mai. Se non quando fossi finito io. Le cose non vanno mai come vorresti, anche se ti ci metti d’impegno. Come me, che mi ci ero messo d’impegno. Le cose a volte finiscono male, si schiantano anche se tu sei certo di aver guidato in modo impeccabile.
Le cose, la vita. Sono andate semplicemente così, per tre lunghi anni e qualche mese proprio in fondo, abbastanza indecifrabile. Di fiamma spenta accompagnata da continue richieste di aiuto e presenza. Di false speranze, di false coordinate. Di bugie spacciate per riflessione. Di tempo rubato, di presa per il culo.

Come tutte le storie. Per qualcuno sono finite e non vale la pena pensarci su, meglio resettare, autoassolversi e ripartire, vedere se mai ci sarà qualcosa di vagamente simile; qualcun altro ci resta immerso e ha ancora davanti tutti i momenti, tutti i dettagli, tutta l’euforia e il cuore a mille, dal primo all’ultimo giorno. E tocca a lui, alla fine, raccontare.

Così, è il momento di vomitarla tutta, questa faccenda. Tutta, dal primo all’ultimo momento. Da qualche parte c’è perfidia e improvvisa, stupida arroganza. Io so dove sta. Voglio raccontarla. I dettagli sono tutti qui. E c'è tutto quello che mi è stato portato via.

(incipit “Dovremo dire che è successo tutto dopo”, autunno 2022)


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