Non siamo pronti mai, Paolo


 

E’ stata una giornata faticosa. Certe notizie non te le aspetti.
In un ambiente che ho frequentato per molto tempo, raramente ho incontrato persone come te. Ecco, potrei contarli sulle dita delle mani, quelli come te.

Un giorno, abbiamo costruito insieme un bel progetto. Beh, diciamola tutta: io ci ho messo qualche pennellata, tu hai tirato su l’impalcatura, hai portato i colori e hai affrescato la parete... Da lì è nata una stima reciproca, e poi il rispetto, e poi qualcosa di più. Qualcosa che ci permetteva di rivederci ogni volta con piacere, di abbracciarci con affetto, di raccontarci le cose con franchezza. L’ultima volta non ci si poteva più abbracciare, ma era facile leggere come sempre il tuo sorriso aperto. Ce l’avevi negli occhi, il sorriso, alla faccia di qualunque dannata mascherina.

Vorrei poter credere ancora, come facevo da bambino, per poterti dire “arrivederci, prima o poi”. Ma se la vita è questa, che toglie là dove non dovrebbe, faccio davvero una fatica immensa a pensare che succederà. Così, ti saluto adesso. Dovunque ti stia portando questo destino ubriaco, non è il posto giusto. Oggi dovresti semplicemente essere ancora qui.

Ti abbraccio, Paolo.


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