Ricorrenze

 



Ci fa paura quella parola,
ci costa fatica pronunciarla,
prendiamo sempre altre strade
e anneghiamo il dolore
in un bicchiere, in un sogno improvviso.
I miei morti sono morti,
nemmeno da ieri, e non riesco
a immaginarli in qualche cielo,
su qualche isola felice
mentre osservano rassegnati
questo mondo incattivito.
I miei morti sono qui,
nelle cose che faccio,
nelle parole che spendo,
nelle persone che incontro
e in come le affronto.
I miei morti sono io,
gli ideali in cui credo,
i sorrisi che spendo, le rabbie
e le sconfitte.
Sono la mia terra e il mio mare,
sono l’isola lontana
dove vorrei addormentarmi,
sono le onde
che mi tengono sveglio
col loro canto sommesso.
I miei morti sono il futuro,
le cazzate e i colpi di genio,
se arrivano,
sono le certezze e i timori,
sono quello che mi hanno insegnato.
Restano con me, semplicemente,
non un giorno dell’anno,
non un anno nel tempo.
Sempre.
I miei morti sono vivi.

(mt)


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