San Petronio Vecchio




Sono ripassato da lì,
la stessa via, lo stesso portone,
tutto vuoto come due anni fa,
solo che allora il vuoto era nella testa.
Pensieri ricordi speranze,
tutto spazzato via,
e c’era gente tutto intorno,
ma non capiva..
Adesso non passa davvero nessuno
ed è un vuoto che va oltre
il mio povero cervello, un pugnale
piantato nel cuore della città.


Sono ripassato da lì,
e ho messo in fila il dopo.
Glicemia sballata, paura
di quella parola che arriva sempre
inaspettata,
e buchi neri e memoria
- la mia spudorata memoria -
che andava a puttane, e sudore gelato,
odore d’ospedale, voci diverse
anime incontrate per strada,
istantanee da condividere.


E adesso quella strada è deserta.
Sento i piccioni litigare, una radio
che diffonde le solite notizie allarmanti
da dietro una finestra, sotto il portico,
sento che se mi inchiodassi qui adesso,
come feci allora, resterei solo
ad ascoltare il vento senza più capirlo.


E non c’ un cazzo di nessuno,
ed è domenica, e abbiamo
imparato a cambiare strada
quando ci incrociamo, e viviamo
dentro uno di quei film fatti male
che non abbiamo mai amato.


Non ho mai visto una primavera
così orribilmente sfacciata,
accende i fiori e li tiene per sé.


(mt)

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