Una bevuta con pa
Oggi mio padre, Giuliano, avrebbe 78 anni. Sono andato a dargli un saluto nel nostro luogo di ritrovo. Una volta a settimana, pranzo veloce prima di andare al lavoro all’Arci Resistenza, a San Lazzaro. Ci piaceva, quel rito. Ritrovarci in mezzo al popolo dei circoli di periferia, tra partite a carte ristorante bocciofila e sala danze, al piano di sopra. Solo che da un anno a questa parte arrivo sempre per primo. Non capitava mai, quando lui c’era. Riuscivo a sentirmi in colpa anche se arrivavo puntuale, perché sapevo che era già lì da almeno dieci minuti. Seduto su quel gradino, vicino al parco dei giochi per bimbi che adesso conosco così bene, perché Matteo mi ha insegnato a frequentarlo.
A mio padre e a mia madre penso spesso in questo periodo, in cui ho a che fare con persone che hanno del mio lavoro (che dovrebbe anche essere il loro) un concetto molto provvisorio. Progetti? Non se ne parla. Idee? Ma per favore. Qualità? Risate. Approfondimenti? E a chi interessano?
Penso a quel che mi hanno insegnato i miei, prima di dire che ho buttato nel cesso venticinque anni di passione e professione. Senza mai tenermi legato, mi hanno legato a loro, a regole che non mi hanno mai imposto, ma esistono e vanno rispettate. Vivere con onestà, guardarsi allo specchio e non sentire l’irrefrenabile desiderio di sputarsi addosso, attraversare la vita con un rigore morale che ti fa sentire una mosca bianca, in questi tempi e su queste terre. Nessun moralismo, per carità. Solo una linea precisa e semplice da seguire, per sentirsi sempre a posto con sé stessi.
Dovrei ringraziarli, Anna e Giuliano? Dovrei essere un po’ risentito, perché non mi hanno mostrato le scorciatoie intorno, che oggi vedo frequentate da tanti? Io dico grazie, qualunque sia il futuro. E a quelli che sputano sul mio lavoro, rispondo col vecchio Jack. "Il vento resituirà lo sputo". Prima o poi.
A mio padre e a mia madre penso spesso in questo periodo, in cui ho a che fare con persone che hanno del mio lavoro (che dovrebbe anche essere il loro) un concetto molto provvisorio. Progetti? Non se ne parla. Idee? Ma per favore. Qualità? Risate. Approfondimenti? E a chi interessano?
Penso a quel che mi hanno insegnato i miei, prima di dire che ho buttato nel cesso venticinque anni di passione e professione. Senza mai tenermi legato, mi hanno legato a loro, a regole che non mi hanno mai imposto, ma esistono e vanno rispettate. Vivere con onestà, guardarsi allo specchio e non sentire l’irrefrenabile desiderio di sputarsi addosso, attraversare la vita con un rigore morale che ti fa sentire una mosca bianca, in questi tempi e su queste terre. Nessun moralismo, per carità. Solo una linea precisa e semplice da seguire, per sentirsi sempre a posto con sé stessi.
Dovrei ringraziarli, Anna e Giuliano? Dovrei essere un po’ risentito, perché non mi hanno mostrato le scorciatoie intorno, che oggi vedo frequentate da tanti? Io dico grazie, qualunque sia il futuro. E a quelli che sputano sul mio lavoro, rispondo col vecchio Jack. "Il vento resituirà lo sputo". Prima o poi.
Commenti
Anche se tu lo snobbi un po' spesso Giovannino. Compreso il tuo giornale. So che non è colpa tua ma...
Giovannino
Il polemico
Il polemico