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Visualizzazione dei post da dicembre, 2024

Anno nuovo

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  Un poeta vive sotto i ponti vive sotto le bombe vive a stento e di stenti e viaggia ogni giorno e quasi ogni notte e lo fa a piedi se proprio non ha in tasca biglietti per il flixbus, né soldi per comprarli e quando i piedi si gonfiano si ferma su un prato e viaggia aprendo la scatola dei sogni ed è così che impara le vite degli altri, divorando chilometri. Un poeta ha la sua isola del cuore il suo lampione preferito i suoi benedetti angoli di noia e alza la voce quando vede un barcone che naufraga un bambino che trema di freddo nell’inferno della guerra un vecchio che ha dimenticato il nome dei figli E alza la voce anche quando quella voce è sussurro tra mille sguardi che sfiorano senza fermarsi Ma poi a volte succede quello che ci piace chiamare magìa - un’anima che frena, accosta e allora nasce un poeta da un vecchio poeta, e il mondo è appena appena meno povero - E forse è tutto qui il senso di questo trascinare la vita di questo fret...

Natale e poi

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  Mi arrivano messaggi su messaggi e foto di famiglie sorridenti e dicono okay, lo sappiamo che anno di merda abbiamo passato ma tutto sarà migliore, e usano quella parola, “resilienza”, che vorrei tapparmi in casa ogni volta che la sento, ma mi insegue, mi raggiungerebbe anche nel caveau della banca centrale. E sono tutti felici e contenti azzannano panettoni, sputano canditi attenti a non farsi notare, hanno vite monotone e ne parlano per ore e ore e ore con orgoglio e si arrampicano su mille specchi per dimostrare tutto quel senso di vuoto, mentre a me basterebbe qualche frase, un sorriso, basterebbero gesti semplici, un silenzio da riempire, un porto nascosto, il mare sempre a portata di sguardo, per regalarmi la festa che va più in là miglia e miglia più in là di qualunque Natale.

Le ragioni di Jack

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  E sì, aveva mille ragioni il vecchio Ti Jean, barcollando e gridando che tutto è vanità, che il dolore che prende ossa cuore cervello ben oltre il giro di boa della vita è più vasto di ogni speranza, ogni scelta politica, ogni sogno di cambiamento -e poi anche Allen aveva capito ma troppo tardi, troppo distante, più nulla da fare- Aveva ragione come sempre il santo bevitore soffocato dal fumo e da strani compagni di sbronze, dozzinali anime di periferia, sparando cazzate e palle da biliardo in quel bar puzzolente, in quel posto in culo al mondo, a meno di un miglio di cammino da spiagge bianche sull'oceano che non brillavano più, perso nel buio della notte nel vuoto paradosso di una San Pietroburgo americana È così, sacrificando tutte le parole, tutta quell'arte, amando la vita gettandola via, che il vecchio Ti Jean ha fissato l'ultima vera verità. Che tutto corre troppo in fretta, allora ogni volta, proprio sull'uscio di casa, con...

Inutilmente

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Che non c’è tempo che cancelli un male senza ragione un male dato di fretta un male sporco Che non c’è volto capace di nascondersi anche se ha gettato il pugnale nel buco più profondo nel cuore della notte nel fango del suo vivere Che non c’è tempo che cancelli i gesti perfidi le labbra sottili che non hanno parole da condividere gli occhi che fingono le mani che rubano Che non c’è vita in certe anime morte anche quando credono di essere uscite indenni dallo scampato pericolo di mostrarsi sincere di avere ancora occasioni da spendere